La scarda è la tipica scheggia, la scaglia, la squama. In genere si usa in senso dispregiativo (scarda 'e cesso!), associandola all'utilissimo oggetto che più volte al giorno utilizziamo per le nostre impellenze fisiologiche.
Deriva dal tedesco Skarda, traducibile come "spaccatura". Pochi sanno, e a molti sembrerà strano, che questo stesso termine ha accezione elogiativa se rivolto ad una donna. Infatti una donna è "'na scarda" se è bella e formosa.
Riguardo alla più frequente declinazione del termine, sopra richiamata, ancora sorridendo mi torna in mente un fatto di qualche decennio fa: ero allo stadio in curva, Napoli impegnato in casa in non ricordo quale partita di campionato, attacco affidato a tale Massimo Agostini, che i più tifosi ricorderanno come "il Condor": all'ennesima segnalazione di fuorigioco fischiata allo stesso, alle mie spalle scatta in piedi un tipico lord inglese in canottiera, sudaticcio, pingue, schiumante rabbia e urla: "Austì, lièvate 'a maglietta, fatt'jetta fora!" e dopo un attimo aggiunge: "Si' 'na scarda 'e cesso!!!"; qualche gradinata più indietro si solleva un altro personaggio tipico e di rimando, sempre urlando: "Capooo, e se vede ch'avite perso quacche piezzo!"