mercoledì 14 settembre 2016

Na lacrema lucente v'è caduta, dicìteme nu poco..a che penzate?


"Dicitencello a 'sta cumpagna vosta, c'aggio perduto 'o suonno e 'a fantasia" è l'incipit di 'Dicitencello vuje', una delle 'poesie musicali' che a pieno diritto rientrano nel patrimonio della canzone classica napoletana.

Fu composta e musicata nel 1930 da Rodolfo Falvo (musica) ed Enzo Fusco (testo).
E'la disperata dichiarazione d'Amore di un uomo rivolta alla donna amata, resa in modo indiretto per tramite di una presunta amica,  a cui l'uomo parla chiedendole di riferire all'amata ('sta cumpagna vosta!) che per lei ha perzo 'o suonno e 'a fantasia e che la passione per lei, "cchiù forte 'e na catena", lo tormenta e non gli permette più di vivere.
Solo nell'ultimo verso il protagonista confessa di amare in realtà la sua interlocutrice e quando intravede una lacrima sul suo volto le dichiara che è proprio lei la donna che ama appassionatamente ( "levammece sta maschera, dicimme 'a verità).




Nel corso degli anni la canzone è stata rivisitata e reinterpretata innumerevoli volte; il brano è stato tradotto in inglese, cantato in versione lirica, ripreso in altri testi e musiche. 

In Russia, dove la canzone napoletana viene apprezzata e studiata nei conservatori fin dai primi del '900, rappresenta un cavallo di battaglia di alcuni tra i più celebri tenori.




    Nel video che segue è splendidamente interpretata da 


      Sal Da Vinci



                                     'O Sole Mio - Antologia della Canzone Napoletana

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